martedì 5 febbraio 2013

D148 - Strategia energetica cinese

Grazie a un tweet di Alberto Forchielli, presidente di Osservatorio Asia, ho letto un comunicato del 30 gennaio dell'agenzia Xinhua, che credo possa definirsi voce del governo cinese, la quale descrive la crescente dipendenza della Cina dalle importazioni di gas e petrolio e richiama un report, che non ho trovato in inglese, della società petrolifera di Stato cinese.
Scrive l'agenzia che nel 2012 la Cina ha importato più petrolio, arrivando al 57% circa del proprio fabbisogno, e più gas naturale, il 29% del fabbisogno, con prospettive di aumento per il 2013.
Questo, secondo un alto dirigente della società petrolifera, si sta rivelando un elemento critico per la crescita, oltre che per la sicurezza energetica.

Qui un inciso: questo della sicurezza degli approvvigionamenti energetici di un Paese mi sembra sia un liet motiv di tutte le strategie energetiche pubbliche che ho visto, a partire da quella europea, e mi sembra sia un tema contraddittorio in un mondo che invece nell'energia da un lato sta aumentando la sua globalizzazione, grazie per esempio al trasporto via nave di gas, e dall'altro preconizza sempre di più politiche ambientali coordinate a livello globale.

In ogni caso: come rispondere secondo Xinhua a questa dipendenza critica della Cina dalle importazioni energetiche?
Sempre un esponente dell'azienda petrolifera di Stato ha affermato che la risposta è nella ricerca tecnologica verso fonti energetiche "sostituibili" (letteralmente dall'inglese, immagino sostituibili a petrolio e gas menzionati prima) e attraverso limitazioni a consumi irrazionali.

Queste fonti "sostituibili", o meglio: sostitute, quali potrebbero essere? Quelle rinnovabili, certo, su cui la Cina sta investendo massicciamente. O il nucleare, che vedeva nel 2012 ben 26 nuove centrali in costruzione ma che dal 2011 ha avuto lo stop a nuove autorizzazioni. O ancora il carbone, di cui la Cina è il primo consumatore al mondo, il terzo Paese per riserve e su cui conta in modo notevole anche per la produzione di energia elettrica (il 70% da carbone secondo un articolo di Edoardo Agamennone su AgiEnergia lo scorso ottobre).
Non ha dubbi Alberto Forchielli, che mi ha scritto su Twitter che il sostituto di minori importazioni di petrolio e gas sarà almeno nel breve periodo il carbone. Cosa che richiederebbe di aprire alle importazioni, oggi attorno solo al 5% dei consumi cinesi secondo la IEA, oppure di aumentare la capacità produttiva interna.

Interessante però il riferimento dell'agenzia al risparmio energetico. Se il World Energy Outlook 2012, come abbiamo visto qualche puntata fa, riporta che la Cina punta a una riduzione della sua intensità energetica del 16% nel 2015, l'agenzia non sembra parlare di politiche d'efficienza energetica tout court, quanto di disincentivo economico selettivo alla sola importazione di gas e petrolio. Infatti scrive che "Il Paese ha deciso di lasciare che il mercato fissi i prezzi di petrolio e gas, mentre in passato li ha talvolta tenuti più bassi del loro livello internazionale".
Adesso invece si vuole "Guidare i clienti a diventare più parchi".

Difficile, almeno per me, capire se si tratti della fine selettiva di sussidi al consumo, di transizione al mercato, o di accise o dazi d'importazione magari sotto forma di carbon tax. Se così fosse, sarebbe interessante vederne il contemperamento con i consumi cinesi di carbone non importato.

2 commenti:

  1. Dall'articolo: "O il nucleare, che vedeva nel 2012 ben 26 nuove centrali in costruzione ma che dal 2011 ha avuto lo stop a nuove autorizzazioni...".

    Lo stop a nuove autorizzazione è durato solo il tempo di valutare le ragioni di cosa era successo a Fukushima, e poi il programma nucleare si è intensificato.

    Oltre ad acquistare i reattori AP1000 (da Toshiba Giappone) con l'obbiettivo di arrivare ad avere 70GW dal nucleare nel 2020, la Cina punta a sviluppare i reattori MSR (Molten Salt Reactor => Reattori a Sali Fusi), una tecnologia sviluppata negli anni '60 in USA (ma fermata da Nixon perché non produceva Plutonio), che usa sali fusi di Torio, ed è estremamente sicura (non è possibile avere "meltdown" perché il nucleo è già... fuso).

    Per chi è interessato (alas, ben pochi Italiani), vedere il video sull "Indipendenza Energetica della Cina e il Reattore MSR" col recente discorso di Mian Jiang Heng (direttore dell'Istituto di Fisica di Shangai) all'Accademia Cinese delle Scienze) in: www.youtube.com/raulparolari

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