martedì 7 gennaio 2014

Politica industriale in bolletta - D186

Derrick si è già più volte occupato di sussidi pubblici e politica industriale caricati sul comparto energetico e operati attraverso la parte regolata delle bollette. Anzi, il termine “parafscalità” delle bollette – da quel che so io, ma prometto come sempre di rettificare qui se mi viene data evidenza contraria – è stato inaugurato in un convegno radicale sul tema nell’aprile 2012, aperto da Emma Bonino e dal presidente dell’Autorità per l’Energia Guido Bortoni.

Ora di parafiscalità delle bollette parla anche la stampa generalista. Per esempio Stefano Agnoli sul Corriere del 28 dicembre scorso ha scritto che “è inaccettabile usare la bolletta energetica per fare politica economica e fiscale”. Bolletta che è sempre più carica, scrive Agnoli, di “paratasse”.

E sul tema c’è anche qualche novità. Due dal fronte della Commissione Europea. Che ha:

-  annunciato un’investigazione sul sistema inglese di supporto al nuovo impianto nucleare di Hinkley Point, che potrebbe rivelarsi distorsivo della concorrenza visto che sottrarrebbe la centrale al rischio di mercato;

- aperto formalmente una procedura di infrazione contro il Governo tedesco a causa degli sconti ai consumatori industriali energivori che in Germania, come in Italia, pagano solo in piccola parte i costi dei sussidi alle fonti rinnovabili sostenuti invece dagli altri consumatori di energia, ricevendo quindi un aiuto di natura parafiscale.

Attenzione però: non è detto che la Commissione tenga in futuro la barra dritta in questo atteggiamento di tutela di una concorrenza non distorta. Presto parlerò qui delle nuove linee-guida dell’UE sugli aiuti di Stato che in realtà si preannunciano piuttosto cerchiobottiste sul tema aiuti industriali attraverso le bollette.

Intanto, il parafisco energetico per finanziare sconti ad alcune aziende in Italia aumenta. Dal 2014 la spesa elettrica di una famiglia sarà caricata di una nuova componente proprio per questo, che vale l’1,6% della spesa totale (anche se l’aumento trimestrale della bolletta è più basso grazie alla riduzione di altre componenti, come chiarisce un utile articolo nel blog di Assoelettrica).

A voi va bene pagare 7 euro in più all’anno per aiutare le aziende energivore del solo comparto manifatturiero? A me no. Sarà che sono spilorcio, o che credo che l’unico vantaggio che gli energivori dovrebbero avere in bolletta è quello che deriva da un maggior peso negoziale sul mercato rispetto ai fornitori. Il discorso continuerà presto in questo spazio.

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