martedì 18 febbraio 2014

Una strana prevendita - D192

Questa volta racconterò un fatto che è accaduto proprio a me e da cui ho tratto alcune riflessioni e una segnalazione recapitata il 28/12/2013 all’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, rubricata con numero W00039686.

Ecco la storia. Una sera di metà dicembre scorso in un teatro milanese era in cartellone la prima della nuova tournée di Sergio Caputo, il cantautore e chitarrista jazz che quest’anno festeggia 30 anni del suo fortunato “Un sabato italiano” per la gioia di molti fan.
La gran parte dei quali si era approvvigionata del biglietto in precedenza su un noto sito di prevendite, pagando 6 € di diritti di “prevendita”. Altri invece, tra cui me, si sono presentati alla biglietteria del teatro poco prima dello show. E si sono visti pretendere anche lì i diritti di prevendita. A fronte di un servizio di cui, evidentemente, non usufruivano.

“Perché”? Chiede il nostro eroe, ottenendo solo un mugugno tautologico dalla signora allo sportello. E non ottenendo nessuna risposta alla successiva mail al teatro né dopo averlo sollecitato su twitter. Il teatro, che non nomino qui perché non ho alcuna finalità di rivalsa, ma che ho nominato all’antitrust, dopo oltre due mesi non ha ancora risposto ai miei quesiti.

Non è la prima volta che i diritti di “prevendita” di un concerto fanno arrabbiare un consumatore. Già nel 2008 il Movimento Consumatori ha presentato un esposto all’antitrust lamentando il prezzo ingiustificatamente alto per la messa a disposizione anticipata dei biglietti.
Ma la mia questione è diversa. A me è stato fatto pagare un servizio che non mi è stato fornito. Lo trovo scorretto, e suona un po’ anche da presa per i fondelli. Un teatro per me può chiedere il prezzo che vuole, ma non pubblicizzarne uno e poi gonfiarlo con queste trovate su servizi inesistenti e obbligatori.

Secondo voi perché è successo? Io faccio due ipotesi.

La prima, più banale, è semplice scorrettezza del teatro per giustificare (si fa per dire) una cresta sul prezzo.

La seconda, più interessante e che potrebbe avere una rilevanza antitrust, è che ci sia un accordo tra teatri e società di prevendita, per impedire ai primi di essere più economici nei biglietti emessi direttamente e quindi di fare concorrenza alle prevendite. Accordo che potrebbe essere stato ottenuto da queste ultime grazie alla loro posizione di dominanza nel mercato.

Ricordo che anni fa Alitalia introdusse delle commissioni di vendita e ricordo di aver letto che erano state le agenzie ad esigerlo. Oggi credo non sia più così, e non so se sia l’effetto di un’azione delle Autorità.

Ora sono in attesa dell’esito della mia segnalazione, ma nel frattempo mi piacerebbe sapere se ad alcuni ascoltatori (o lettori) sia capitato un caso simile. Questo mi aiuterebbe a capire quale delle due ipotesi sopra è più verosimile.

In caso di mancato avvio dell’istruttoria entro giugno 2014 - mi ha comunicato con una risposta automatica l’Antitrust -  vorrà dire che la mia segnalazione avrà subito un’archiviazione o un non luogo a provvedere. Il che non impedisce, spiega sempre l’Autorità, che gli uffici decidano un approfondimento istruttorio.

Allora intanto io apetto un riscontro dagli ascoltatori, alla mail derrickenergia@gmail.com. Grazie.

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