martedì 30 settembre 2014

Conferenza globale della tassazione ambientale - parte 1 - D213

Derrick torna proprio mentre Michele Governatori, cioè io, è rientrato dalla quindicesima conferenza globale sulla tassazione ambientale, promossa dall’università danese di Aarhus e dove perlopiù accademici e rappresentanti istituzionali di tutto il mondo hanno discusso contributi sul tema.

Allora provo a raccogliere in questa e nelle prossime puntate alcuni degli spunti più interessanti.
Qual è per ora uno degli esempi di maggior successo di carbon tax al mondo? Quello dello stato canadese della British Columbia, presentato alla conferenza da Thomas F. Pedersen dell’Università di Victoria.

Alla fine degli anni Novanta in British Columbia un parassita del pino locale distrusse 700 milioni di metri cubi di foresta, importante per l’economia della zona, in un’area estesa come 4 danimarche. Secondo il parere di esperti la proliferazione del parassita si doveva anche alla minor frequenza di inverni abbastanza rigidi (almeno 35° sotto zero) da poterlo decimare.
Questo episodio contribuì a convincere il governo regionale che il riscaldamento fosse un problema, e soprattutto a passare all’azione per contrastarlo.

Ma può la British Columbia da sola combattere il riscaldamento globale? No, visto che appunto è una questione globale e richiede politiche globali. Ma è anche vero che qui come in altre questioni – per esempio la rinuncia agli armamenti nucleari – azioni di per sé non risolutive perché unilaterali e per questo potenzialmente pericolose per chi le fa, possono innescare una svolta politica multilaterale.
Ma un successo locale la carbon tax applicata dal 2008 in British Columbia l’ha avuto, visto che ha portato a riduzioni di consumi di combustibili fossili nettamente maggiori di quelle del resto del Canada (e quindi, riscaldamento a parte, con un impatto locale positivo sulla salubrità dell’aria).

Ci sono poi gli aspetti distributivi. La tassa – che è stata crescente nel tempo fino a 30$ canadesi (oltre 20 Euro) per T di CO2 – ha alimentato fino all’ultimo centesimo del ricavato una riduzione delle imposte sul reddito su persone e aziende, il che è stato fatto, nel caso delle persone, abbassando le aliquote più basse e prevedendo un credito fiscale per gli incapienti.

Vi viene in mente qualche collegamento riguardo a possibili fonti di rifinanziamento del bonus fiscale italiano di 80 euro?