lunedì 21 luglio 2014

Repliche estive di Derrick su Radio Radicale

Il 22/7/2014 in onda la replica di D100: Einaudi, la raffinazione e i salvataggi industriali.

Il 29/7 replica di D113: prima parte sui costi e benefici delle fonti rinnovabili di elettricità.

Il 5/8 replica di D114: seconda parte sui costi e benefici delle fonti rinnovabili di elettricità.

Il 12/8 replica di D126: lo Stato azionista dell'energia.

Il 19/8 replica di D136: la speculazione (parte 1).

Il 26/8 replica di D137: la speculazione (parte 2).

Il 16/9 replica di D138: la speculazione (parte 3).

Il 23/9 replica di D139: la speculazione (parte 4).

martedì 15 luglio 2014

Le lobby - Parte 3 - D212

Terza puntata sulle lobby e sui lobbisti. Nella precedente dicevamo che se da un lato alcuni Paesi regolamentano il lavoro dei lobbisti, e impongono condizioni di trasparenza alle interazioni tra lobbisti e politici, l’Italia invece non ha introdotto norme specifiche.

Ce lo raccontava Giovanni Galgano, lobbista professionista fondatore e capo di Public Affairs Advisors, gruppo Value Relations. A lui stavolta invece chiedo di farci esempi di come si comportano altri Paesi in materia.


Mi sembra interessante in particolare come alcune delle regole imposte all’attività di lobby si ripercuotano nel lavoro non solo degli influenzatori, ma anche degli influenzati, i politici, in termini di trasparenza delle loro relazioni e di conoscibilità e limitazione dei loro potenziali conflitti di interesse.

C’è un messaggio forte in chiusura di questo ciclo di 3 puntate monografiche di Derrick? A me sembra di sì: è piuttosto inutile, oltre che ingenua, la diffidenza o paura verso l’attività dei lobbisti, attività insita nel fatto stesso che esistono portatori di interessi diversi. Utile invece tradurre questa diffidenza in uno sforzo per rendere la lobby più trasparente e quindi più utile al processo democratico.

Grazie a Giovanni Galgano per questa e la precedente puntata. 

martedì 8 luglio 2014

Le lobby - Parte 2 - D211

Seconda puntata sulle lobby e sui lobbisti. L’altra volta dicevo che se da un lato alcuni Paesi regolamentano quest’attività, e impongono condizioni di trasparenza alle interazioni tra lobbisti e politici, l’Italia invece non ha introdotto norme specifiche.


Sentiamo su questo Giovanni Galgano, fondatore e capo di Public Affairs Advisors, gruppo Value Relations.

[Galgano su regolamentazione lobby in Italia]

Mi sembra che ci sia da un lato un’opportunità, dall’altro un rischio: l’opportunità di rendere più trasparenti i rapporti tra gli amministratori pubblici influenzati e gli influenzatori, ma anche il rischio di creare un’altra corporazione con esclusiva del lavoro per chi ne fa parte.
Lavoro che, tra l’altro, potrebbe non avere confini così definiti: come si stabilisce chi fa il lobbista non autorizzato? Se in vigenza di una norma di regolamentazione io incontro un parlamentare o un sottosegretario in aeroporto e comincio ad ammorbarlo – come mi capita in effetti di fare – divento un lobbista non autorizzato?

Riprendiamo la prossima volta, sempre con Giovanni Galgano, cui chiederemo di raccontarci qual è l’esperienza in materia all’estero.

Se avete ascoltato questa puntata alla radio, volete farlo sapere o fare commenti, scrivete a ioascolto@radioradicale.it.

Grazie da Michele Governatori

martedì 1 luglio 2014

Le lobby - Parte 1 - D210

“È colpa delle lobby". 

"L’hanno voluto le lobby.”

Frasi comuni, almeno da noi, nei commenti a decisioni politiche su qualunque cosa.
Frasi che a volte nelle intenzioni di chi le dice dovrebbero essere sufficienti a squalificare l’oggetto del commento.
Ricordate quando su Derrick abbiamo parlato dell’accezione popolare negativa della parola “speculazione”? Con la parola “lobby” succede una cosa simile, e credo per le stesse ragioni. Le lobby esistono perché qualcuno ha interessi (nel caso che mi interessa ora: interessi economici) in un settore riguardo al quale vengono prese decisioni pubbliche. E per qualche motivo, il fatto che questi interessi abbiano natura economica, li squalifica agli occhi di molti.

Io credo che questa percezione abbia a che vedere con la paura, o la stigmatizzazione, del profitto e della competizione per le risorse.

Per qualche strano motivo, se uno vuole qualcosa, questo è più accettabile, per il senso comune, se è un qualcosa non riconducibile al denaro. Ma è un’impostazione sbagliata in termini razionali, perché il denaro in un’economia di mercato è anche il modo di confrontare l’importanza di cose diverse.
Pensateci: è un controsenso dire che gli interessi che meritano tutela solo quelli senza valore economico. Anzi è disastroso, perché apre la strada o agli interessi economici sì, ma nascosti, oppure a obiettivi per i quali nessuno è disposto a spendere un Euro.

Nascondere o non regolamentare l’attività delle lobby sulla politica e in particolare sul legislatore è una forma di proibizionismo che toglie trasparenza ai lobbisti (che per esempio devono entrare in Parlamento qualificandosi in qualche altro modo) e ai politici (che devono gestire informalmente le pressioni che ricevono).
Nel Parlamento Europeo c’è un registro di lobbisti, persone registrate come tali e che quindi hanno un tesserino per accedere agli uffici. In Italia non è così, anche se questa legislatura inizialmente aveva provato a regolare il lavoro dei lobbisti all’interno delle istituzioni della politica.

Ne parleremo anche nella prossima puntata, con un ospite che di lavoro fa proprio (vergogna) il lobbista: Giovanni Galgano.

Se avete ascoltato questa puntata alla radio, volete farlo sapere o fare commenti, scrivete a ioascolto@radioradicale.it.

Grazie.