domenica 23 agosto 2015

La mafia mentre stiro

Ieri facevo svogliatamente faccende domestiche accompagnato da Radio Radicale. Tra le cose che mi hanno colpito ci sono state le interviste a parenti e seguaci del defunto Casamonica e una dichiarazione di Saverio Borrelli a un convegno mi pare a Cortina.

I signori vicini a Casamonica raccontavano un po’ sguaiati di come lui fosse una brava persona, di come non avesse i soldi per il funerale che ha richiesto infatti una colletta, di come se i politici ladri dessero lavoro a tutti anziché rubarsi le pensioni non ci sarebbero problemi eccetera. Sembravano povere persone ignoranti, non braccianti di criminalità. Ma anche quando sento sicari o pezzi grossi di mafia parlare nei processi, mi sembrano persone di modeste capacità, non mi sembrano dei leader del male granché sagaci.

Borrelli invece ha risposto a una domanda su come mai Mani Pulite non abbia sconfitto la corruzione.
“Perché non lo vuole la gente” ha detto, e qui ho posato il ferro da stiro. E ha fatto esempi del tutto prosaici, come il divieto di sosta: “La gente è dalla parte del rispetto delle norme sul divieto di sosta? No, altrimenti non sarebbero così massicciamente violate nelle nostre città”.
Ho pensato a quante volte da amici romani ho sentito la battuta “a Roma il parcheggio te lo devi inventare” detta con aria di chi la sa lunga e a cui non viene in mente che anziché di inventiva si tratta di disponibilità a violare le regole confidando di non essere beccati e che i controlli siano inefficaci.

Allora mi chiedevo, spostando la manopola su “lino”: noi siamo un Paese mafioso e corrotto perché? 

Perché ci sono organizzazioni criminali imbattibili in grado di travisare l’intera comunità?
La mafia certo è feroce, ma secondo me non avrebbe la forza culturale di rendere corrotta una società per il resto sana. Piuttosto è cresciuta grazie alla disponibilità generale alla corruzione e al clientelismo che da noi sono per qualche motivo consolidati.
Che so: non essere onesti nelle proprie affermazioni per evitare di pestare i piedi a un potente il cui aiuto in futuro potrebbe servirci. (I leccaculo: ne è pieno ovunque). Sabotare chi è più bravo per evitare che acquisisca visibilità e magari faccia le scarpe a uno della nostra cerchia. (I network di amici che si proteggono come massoni all’interno del loro contesto professionale).
Questa anche è corruzione, mica solo il finanziere che prende le mazzette. Questo è il substrato della mafia, pur così lontano dalle lupare. Io penso che senza questa mafia e corruzione diffusa, priva in molti casi di violazioni alle leggi ma certamente contraria alla deontologia di qualunque lavoro, non ci sarebbero le mazzette dei finanzieri e le lupare, o sarebbero un fenomeno isolato dagli anticorpi sociali.

E forse le esequie del padrino Casamonica hanno avuto così tanto seguito perché sono utili a dare al male una veste folk e lontana da noi, e ci permettono di esecrarlo sentendocene estranei. Ma le cose sono più complicate.