lunedì 21 agosto 2017

Autorità per l'energia da oggi più cara (Puntata 324, in radio il 22/8/17)

Nello schema del mercato liberalizzato dell’energia, un ruolo fondamentale è quello dell’Autorità indipendente, che da noi recentemente ha acquisito anche le competenze sul servizio idrico, e che sulla base di una legge del ’95 ha compiti fondamentali di regolazione anche tariffaria e di vigilanza rispetto alle aziende del settore, e, insieme all’antitrust, di protezione dei consumatori. Come previsto dalle norme UE, l’Autorità dev’essere autonoma dal Governo (questo a maggior ragione è importante da noi dove l’esecutivo è azionista di controllo degli operatori più grandi, e quindi si pone in permanente e grave conflitto tra l’interesse d’azionista e la difesa della concorrenza).

Un'opera fotografata da Derrick
alla Tate Britain di Londra il 16/8/2015
Autonomia implica anche sostentamento senza trasferimenti dall’amministrazione centrale, per questo l’Autorità italiana per l’energia e l’acqua – come altre autorità indipendenti - è pagata da un contributo delle aziende dei settori soggetti alla sua giurisdizione, calcolato sulla base del loro fatturato. Base imponibile che comporta alcune distorsioni: per esempio le aziende integrate pagano complessivamente meno di quelle con tante entità legali che si scambiano energia tra le varie fasi, e in generale il contributo non tiene conto della capacità di produrre effettivamente utili, come ha notato in passato l'Aiget, associazione di trader e venditori indipendenti d'energia.
D’altra parte, se la logica è quella di far contribuire i soggetti sulla base del lavoro che causano all’Autorità, è corretto che paghino anche quelli (compresi i tantissimi piccoli dell’energia) che guadagnano poco o niente ma che vanno comunque vigilati. Ma proprio in questa logica dovrebbe anche tenersi massicciamente conto che i monopolisti nella gestione delle reti, i cui guadagni dipendono pressoché interamente dalle tariffe stabilite dall’Autorità, sono o dovrebbero essere i principali obiettivi del suo lavoro, e quindi dovrebbero contribuire di più e non di meno come invece il criterio del fatturato comporta su aziende tipicamente con alto rapporto redditività/fatturato come Terna, Snam e le utility cittadine.

Dopo un lungo periodo di aliquota di contribuzione fissa, quest’anno l’Autorità ne ha deliberato – in accordo col Governo come prevede la legge – un aumento clamoroso, di quasi il 20% medio per le aziende energetiche, rispetto al valore precedente che comportava un gettito di circa 55 milioni complessivi e, per la prima volta, ha differenziato l’aliquota per i soggetti che svolgono attività in monopolio, intervenendo positivamente, ma ancora poco, su quella distorsione cui accennavo sopra.

Si tratta di una decina di milioni in più di costo dell’Autorità, non poco, che sollevano secondo Derrick almeno tre quesiti:
  1. Visto che dal bilancio dell’Autorità del 2016 risultano 7 milioni di trasferimento a favore del bilancio dello Stato, non stiamo forse assistendo a una tassa di fatto in vista di maggiori trasferimenti futuri?
  2. Rispetto a uno Stato centrale soggetto a tagli di spesa ormai costanti da anni, è corretto che le Autorità indipendenti non ricevano altrettanta pressione all’efficienza? O meglio: evitando tagli lineari distruttivi, non potrebbero le Autorità essere remunerate anche sulla base di parametri di successo, come la qualità dei servizi oggetto di regolazione (generalmente in aumento nell’energia italiana liberalizzata) e la capacità di rendere efficienti i soggetti concessionari di attività in monopolio, per esempio premiando la riduzione dello spread tra remunerazione del capitale investito ammessa in tariffa e tassi d’interesse di mercato?
  3. La stessa Autorità nella delibera di aggiornamento del contributo motiva il maggiore fabbisogno anche con l’espansione di attività nel settore idrico, che però - sempre secondo l'Autorità - ha minore capacità contributiva di quello energetico. Stiamo assistendo dunque a un sussidio incrociato tra settori? L’”acqua pubblica” sussidiata – in questa voce - dall’energia privata?


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