lunedì 9 ottobre 2017

Cartolina a una figlia che sceglie l'università (Puntata 330, in onda il 10/10/17)

Vuoi fare la scrittrice? Studia una scienza: scriverai del mondo sapendo di cosa parli.

E una volta che avrai imparato i nomi esatti delle cose sarai anche capace di cambiarli usando le metafore giuste.

Condotte forzate della centrale Enel di Bargi
fotografate da Derrick nel settembre 2016
Kurt Vonnegut nel suo romanzo “Ghiaccio nove” ha scritto:
I suoi seni erano come melagrane o quel che vi pare, ma più di ogni altra cosa assomigliavano ai seni di una giovane donna.
Bisogna partire dalle cose, prima di trasfigurarle. Antonio Pascale, agronomo e scrittore, ha scritto:
Se non si conoscono i dati, allora si eccede nelle descrizioni, si diventa per forza dei romantici.
Il che, essere romantici, non è mica una colpa, ma il modo più onesto per arrivarci secondo me è descrivere ogni scena con precisione fino a diventarne tutt’uno. La frase di Pascale la riscriverei dicendo che senza dati c’è il rischio di diventare subito romantici. O meglio: di diventarlo senza cognizione.

Agota Kristof ha scritto:
È diventando assolutamente niente che si può diventare uno scrittore.
Secondo me quel “niente” è l’immedesimazione profonda e competente, è l’umiltà che viene della competenza. Da cui spesso nasce la tensione letteraria in grado di trasformarsi in chissà cosa. Senza passare per troppa retorica.
E la retorica non è solo stile, è una struttura, un esoscheletro che rischia di fare lui il lavoro di reggere tutto. Sai chi l’ha detto benissimo questo? Matteo Galiazzo, informatico e scrittore, che ha scritto:
Ogni tanto mi ritrovo a chiedermi quanta parte dell'attività cerebrale umana sia dedicata semplicemente alle definizioni e alle parole. E quanta importanza abbia la grammatica all'interno delle attività del nostro cervello. E mi chiedo anche quanta della filosofia e della logica di tutti i tempi sia dipesa semplicemente dalle costruzioni grammaticali necessarie a sostenere tali pensieri filosofici e logici. Cioè, quanta dell'analisi della realtà effettuata dalla filosofia sia veramente analisi della realtà e quanta semplicemente analisi grammaticale delle frasi necessarie a descrivere tale realtà. 
Un discorso che credo si possa allargare a varie grammatiche, alla costruzione retorica in generale. Bisogna stare attenti alla retorica che costruisce essa stessa significati. Io credo che la passione che danno i dati sia più sostenibile, fertile, utile di quella che dà la retorica. Con la retorica si diventa prima o poi un po' invasati, più tifosi che osservatori.

Italo Svevo ha portato il flusso di coscienza nella narrativa italiana. Era il responsabile finanziario di un’azienda, sapeva di numeri. Primo Levi era un chimico, uno dei suoi libri più belli e secondo me lirici, “La chiave a stella”, parla di cantieri e costruzioni ingegneristiche. Ingegneri: vogliamo parlare di Gadda?


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